Cresce di ora in ora l’attenzione sulla direttiva Ue per le case green. I dubbi e i timori sono numerosi. Confedilizia ha ad esempio parlato del rischio che si generi una tensione senza precedenti sul mercato e Fimaa ha parlato del rischio di svalutazione del patrimonio immobiliare italiano. In questo quadro è intervenuto il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. Ecco qual è l’impegno del governo.
Direttiva Ue efficientamento energetico, le parole di Fitto
Rispondendo nel corso del Question time alla Camera ad una interrogazione della Lega, critica verso la direttiva europea in fase di preparazione, che prevedendo obiettivi di decarbonizzazione accelerati creerebbe problemi di adeguamento al patrimonio immobiliare del Paese più fragile di altri, Fitto ha spiegato che durante i lavori preparatori del Parlamento europeo, della Commissione e della Presidenza di turno dell’Unione sulla direttiva Ue per l’efficientamento energetico degli edifici, il governo italiano “porrà in essere tutte le iniziative necessarie affinché il testo finale della direttiva contenga previsioni compatibili con la peculiarità del patrimonio edilizio italiano e che consentano una sua graduale riqualificazione, contribuendo in tal modo ad incrementarne il valore”.
Il ministro ha quindi aggiunto: “L’onere finanziario per gli interventi richiesti potrà e dovrà essere mitigato da un quadro di incentivi che potrà essere predisposto dagli Stati membri con il sostegno dell’Unione europea, per dare risposte adeguate ai cittadini”.
A quanto pare, dunque, il governo si impegnerà a far di tutto affinché il testo finale della direttiva Ue per le case green contenga previsioni compatibili con la peculiarità del patrimonio edilizio italiano e metterà in campo, con il sostegno dell’Unione europea, incentivi per sostenere le ristrutturazioni.
Direttiva europea classe energetica, le parole di Pichetto Fratin
Al quotidiano economico Il Sole 24 Ore, poi, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha inviato una lettera con la quale ha spiegato: “Sarà il governo italiano e nessun altro a decidere tempi e modi per rendere sostenibile il patrimonio immobiliare del nostro Paese”.
Pichetto Fratin ha sottolineato: “Non abbiamo accettato un testo penalizzante per l’Italia. Al contrario, il nostro Paese ha vinto una battaglia a Bruxelles facendo passare una soluzione di mediazione sugli standard minimi di prestazione che alcuni Paesi volevano più stringenti. L’alternativa sarebbe stata rimanere sull’Aventino e subire decisioni altrui che ci avrebbero solo danneggiato”.
Il ministro ha poi voluto evidenziare che il governo ha accettato solo l’orientamento generale della direttiva e che “sarà il piano nazionale di ristrutturazione a prevedere una tabella di marcia con obiettivi stabiliti a livello nazionale in vista dell’obiettivo della neutralità climatica nel 2050 che l’Italia ha siglato e che il presidente Meloni ha ribadito in più occasioni”.
Pichetto Fratin ha quindi aggiunto che “gli Stati rimangono liberi di definire la traiettoria nazionale con cui conseguire un obiettivo comune” e che “nessun obbligo di ristrutturazione degli edifici esistenti è previsto al 2030, anno dal quale solo gli edifici residenziali di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero”. E ha sottolineato che “la direttiva non prevede alcuna limitazione della possibilità di vendere o affittare gli edifici non riqualificati”.